
Ho sempre amato Niccolò Fabi e la sua musica dai toni caldi, le sue parole di dolore e di speranza, la sua capacità di saper cogliere l’attimo così umano dell’introspezione, della sofferenza e dell’amore.
Mi è dispiaciuto scoprire che il concerto di Villa Ada il 5 luglio scorso era stato annullato per problemi familiari dell’artista. Sono rimasta senza parole e con qualche lacrima in meno, quando ho scoperto quali erano i cosiddetti “problemi familiari”.
Sono uscita ricolma di speranza vedendo, il 30 agosto, l’immane mobilitazione di artisti e gente che aveva alimentato di voce umana il palco al Casale del Treja, sulla Cassia alle porte di Roma, il luogo prediletto dalla piccola figlia scomparsa del cantautore romano, un po’ come nei vecchi festival del rock, con la voglia di tutti di andare oltre un dolore terribile.
Roberto Angelini, Pino Marino, Marco Fabi, Marco Conidi, Stefano Di Battista, Pier Cortese, Simone Cristicchi & Tosca, e Paolo Vallesi tutti a cantare Parole per Lulù. Con

Eppure Fabi è in grado di masticare il dolore e renderlo positivo. Lo ha dimostrato ancora un’altra volta al Settimo Cancello di Ostia il 3 settembre. Sentire la sua musica scorrere libera l’impeto dell’anima, incanala le emozioni, le dirige in un mondo d’altrove dove ogni cosa ha un senso e dove si viaggia sospesi in una melodia.
Canzoni vecchie, che è sempre un piacere cogliere dal repertorio di un artista così ben preparato, canzoni nuove, che sono l’evoluzione di un percorso e l’affermazione di un talento che non si è mai nascosto, ma ha sempre brillato in quell’angolo di cielo che si è scelto.
E’ stato un concerto fuori dagli schemi quello di Ostia. Ma non solo per il mare così vicino. Sembrava, così come Niccolò ha più volte ricordato nel corso della serata (andata avanti fin oltre la mezzanotte canonica), di essere ad un falò tra amici, quando qualcuno imbraccia la chitarra e comincia a suonare. E gli altri, in coro, a cantare con lui.
Sembrava di essere vicini all’ombelico del mondo, quel punto estremo del corpo pianeta in cui ogni cosa è possibile, anche vedere le stelle ballare a ritmo di musica.

La gente che era lì forse, come me, avrebbe desiderato che il concerto non finisse mai e avrebbe continuato a chiamare fuori Niccolò fino al mattino dopo. C’era una bella energia ad alimentare la notte e quegli occhi, così vicini, così limpidi, così addolorati, eppure così sereni, dolci, sono difficili da vedere. C’era la musica, questo è il punto di partenza. C’era il cuore, questo è il punto di arrivo. In mezzo le parole che mettono in comunicazione terra e cielo…
Prossimi concerti:
28/9 LAMPEDUSA @ Festival O'SCIA'
29/9 ROMBIOLO (Vv) @ Piazza S.Michele
3/10 VILLA CASTELLI (Br) @ Piazza del Municipio
Edyth Cristofaro