Per celebrare il decimo anniversario della sua nascita, gli art-directors della Southbank hanno optato per una scelta insolita: l’imponente Turbine Hall con i suoi 152 metri di basamento è stata adibita a spazio espositivo, trasformandosi in un grande osservatorio sull’arte, attraverso il quale è possibile venire a contatto con le 70 gallerie, collettivi di artisti, organizzazioni no profit e centri di innovazione artistica selezionati per l’occasione, che hanno presentato i loro atelier, dando vita ad una tre giorni di promozione di tutto quel sottobosco dell’arte che gravita al di fuori del grande business. L’evento, denominato No Soul For Sale, si propone infatti di volgere uno sguardo

La mostra è stata curata da un consolidato team di professionisti che ha già proposto nel 2009 questa iniziativa a New York, presso il Dia Center For The Arts. Fra i promotori spiccano i nomi di primo piano dell’arte nostrana come Maurizio Catellan, Cecilia Alemani e Massimiliano Gioni. L’esposizione è concepita per celebrare lo spirito d’indipendenza dalle direttrici dell’arte-mercato e per proporre la globalità del respiro dell’arte mondiale. I partecipanti sono incoraggiati a mostrare la loro arte con qualsiasi mezzo o forma espressiva, dalla performance, al video, le pubblicazioni, le installazioni interattive, o a volte, semplicemente loro stessi.
Not Soul For Sale è una vetrina, una convention di artisti o gruppi di artisti, per lo più under 40, non una vera e propria esposizione di lavori. Escludendo 3 o 4 opere presenti,infatti, non si apprezzano vere e proprie creazioni in grado di distinguersi e catalizzare l’attenzione dei visitatori. La cosa più curiosa è forse la totale democratizzazione data alla struttura dello spazio. La Turbine

Ad ogni modo, si è pure avuto l’occasione di vedere opere degne di nota, fra cui senz’ombra di dubbio l’interessante lavoro messo in scena dal un collettivo artistico di Portland, l’Oregon Painting Society ha infatti creato una sorprendente installazione che fonde il linguaggio musicale con la natura. Le stilizzate creazioni sono state selezionate dal ricchissimo archivio del Museum of Everything, una galleria sui generis già presentata su queste pagine qualche tempo fa, che è ormai un simbolo dell’arte non-formale nella capitale inglese. Per quanto riguarda l’Italia, Milano si riconferma centro gravitazionale dell’arte contemporanea, tanto da poter ospitare in quest’arena ben 5 gallerie, preceduta solo dallo strapotere degli atelier locali e newyorkesi.
Claudio Aleotti & Gabriella Catalano