Enrico Gabrielli (già con Afterhours, Mariposa, Morgan) sembra uscito direttamente dagli anni Settanta: camicia, cravatta sottile e capello lungo….gli altri gringos si presentano in modo più classico, ma è la carica on stage a non essere assolutamente standard.
Tramite una minuziosa opera di recupero e restauro sonoro, i Calibro 35 rivisitano e fanno rivivere le soundtrack degli italo-gialli di qualche decennio fa, coadiuvandosi con la proiezione di spezzoni di cult movies durante il concerto.
E così è stato anche al Biko: tramite una complicata struttura, quasi esclusivamente strumentale, i Calibro 35 hanno costruito una rete sonora inquieta e dal ritmo serrato, ideale accompagnamento alle scene di inseguimenti tratte da “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, “Italia a mano Armata” e “La polizia sta a guardare”, le cui colonne sonore vengono ripescate dal grande serbatoio di Morricone, Micalizzi e Cipriani.
La sezione ritmica scandita dalla batteria di Fabio Rondinini e dal basso elettrico di Luca Cavina intrecciano la frenetica compagine di fiati e organo di Gabrielli rivelando, oltre alla grande preparazione artistico- tecnica del combo, l’originalità del progetto: sospeso tra psichedelie floyidiane, elettricità jazz e groove funky. Il vortice indietro nel tempo prosegue commentando in musica primi piani di una giovanissima Monica Vitti, qualche minuto di sparatorie e incursioni nei peggiori night club (frames graditi e applauditi soprattutto dal pubblico maschile). Dopo un’ora buona di svirgolate progressive- eclettiche e free jazz impazzito si esce dal locale con la sensazione di essere dentro al romanzo di Scerbanenco Milano Calibro 9. Da impazzire!