Si tratta della vicenda della dottoressa Chiara Castellani, l’unico medico curante e chirurgo di 150.000 abitanti in un territorio di 5.000 chilometri quadrati a Kimbau, un paese nella regione del Bandundu, nello Zaire, oggi Repubblica Democratica del Congo. L’avventura africana di questa missionaria laica di 54 anni è cominciata nel 1990, quando l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follerau) le ha affidato la direzione di un piccolo ospedale abbandonato dai belgi a Kimbau che rappresenta, per il notevole bacino di utenza che serve, con non più di 200 letti disponibili, l’unica ancora di salvezza, oltre all’ospedale più vicino che dista 180 chilometri e più.
La dottoressa vive tutt’oggi in condizioni precarie e di totale indigenza con e come i poveri di Kimbau, con dedizione completa alla loro causa, aiutata da pochi collaboratori e a distanza da molti amici e sostenitori che (come abbiamo anticipato in apertura) per promuovere la sua causa hanno organizzato un’iniziativa a Roma al Teatro Vittoria (Testaccio) dal titolo 100 artisti per Kimbau. La serata è stata resa possibile dal contributo di Laziodisu (l’ente per il diritto agli studi universitari nel Lazio) e organizzata da chi lavora ed è in contatto con Chiara Castellani e dalla dottoressa stessa con lo scopo di diffondere, sensibilizzare e coinvolgere per quanto possibile i cittadini alla realtà di Kimbau, per cercare di creare una rete di solidarietà riguardo al problema.
A partire dalle ore 18 il foyer del teatro ha ospitato la mostra (grafica e pittorica) Un manifesto per Kimbau, arricchita da materiale fotografico riguardante il progetto che prevede l’impegno nella riparazione di una centrale idroelettrica indispensabile per portare acqua e luce all’ospedale di Kimbau e agli abitanti di questo villaggio del Congo.
Il programma che promuove questo intervento è stato poi esposto dalla viva voce di Paolo Moro, alla presenza di Mario Caniatti, uno dei tecnici volontari impegnati nella missione di riparazione della centrale, che hanno poi lasciato spazio a tutti gli artisti che hanno aderito al progetto, tra cui gli allievi dell’Accademia di Belle Arti, dell’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e del Conservatorio di Musica di Santa Cecilia.
E’ così che la serata dalle 21 circa in poi si è sviluppata attraverso una serie di interventi e di intermezzi teatrali e musicali che hanno accompagnato la proiezione di video inediti che raccontano come si svolge la vita quotidiana a Kimbau, le iniziative e il trasporto dei materiali per la scuola infermieri di cui è a capo la dottoressa Castellani. Nella speranza che da una sola serata siano nati i presupposti per un cammino duraturo di solidarietà e riuscita, è stato interessante aver potuto essere lì e partecipare.
Alice Salvagni