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Finalisti MArteLive Lazio 2018 – Sezione Illustrazione Grafica


Valentina Principe

VEDUTE DI ARCADIA

Vedute dArcadia valentina principe
SINOSSI:
Le tavole presentate per il concorso MArteLive sono estratte dall’ultimo lavoro di Valentina Principe, in collaborazione con lo sceneggiatore David Benito. Si tratta di una graphic novel intitolata “Arcadia!
Arcadia!” destinata al mercato indipendente francese. La storia è una cronaca sulla sparizione di una giovane donna, inghiottita da una setta pseudomoderna i cui capi sono due fratelli megalomani con sete di potere che cercano sempre più adepti, mascherati da salvatori del mondo per la creazione di un nuovo Eden. Malgrado i contenuti forti, realistici e piccanti, tutto è narrato con toni grotteschi, ricchi di simbolismi che spaziano su larga scala in temi importanti di attualità, ma che suggeriscono un contrasto divertente tra durezza e paradossalità.Le illustrazioni selezionate sono tavole originali, le copertine della rivista che la setta usa appunto per farsi pubblicità e recrutare nuovi fedeli. Trovo che i codici illustrativi possano dare chiavi di lettura
interessanti per ogni illustrazione. 

BIO:
Valentina Principe è un’artista romana che lavora principalmente come illustratrice, pittrice e fumettista. Studia alla Scuola Internazionale di Comics e cresce nella scena underground romana dove espone le sue prime opere e realizza fumetti autoprodotti.La sua prima pubblicazione internazionale risale al 2008 quando la rivista americana HEAVY METAL stampa la sua storia a fumetti horror-noir “A Dark Inheritance”.Sente poi il bisogno di lasciare l’Italia per arricchirsi dell’ambiente fumettistico franco-belga. Nel 2009 ottiene una residenza artistica alla Maison des Auteurs di Angoulême e da quel momento vive e lavora tra Francia e Italia. Inizia diversi progetti di fumetto e illustrazione, mostre e collaborazioni con realtà locali: il libro “Hildesheim Angoulême Pavia carnet de voyage” e tra i progetti più recenti “Skin”, con Vittorio Principe, e “Via Lombrosia”, un racconto illustrato scritto da David Benito. Sviluppa uno spiccato interesse per il disegno di paesaggi urbani e dal 2012 collabora con la galleria Art Image di Angoulême e la galleria L’encadr’heure di Bordeaux, dove espone e vende le sue opere originali di palazzi, strade e piazze delle due città.Tra gli ultimi lavori c’é la graphic novel “Arcadia! Arcadia!”, destinata al mercato dipendente francese, e “Composer sa pharmacie naturelle”, per Actes Sud editore.
Teresa Santoro

LA FAVOLA DI UCCELLACCI E UCCELLINI

teresa santoro illustrazioni

SINOSSI:
“La favola di Uccellacci e Uccellini”, è una serie di stampe serigrafiche che raffigurano, attraverso
sintesi illustrativa, la storia di “Uccellacci e Uccellini” di Pier Paolo Pasolini”: uno dei film “fantastici-drammatici” del regista.  Questa storia, come molti dei film di Pasolini, attraverso ironia e metafore, rappresenta uno stato d’animo profondamente pessimista.  Attraverso lo snodarsi di episodi in altri episodi, il regista afferma la sua malinconia per il passato e l’angoscia per un tragico futuro: quello del capitalismo. 

Le 4 illustrazioni rappresentano 4 punti fondamentali del film:
– la 1° raffigura i due protagonisti (Totò e Ninetto) mentre passeggiano verso la “favola” che
li attende a braccia aperte. 
– la 2° rappresenta “la novella nella novella”, ovvero la storia di Fra’ Marcello e Fra’ Ninetto,
utilizzata dal regista per evidenziare la differenza delle classi sociali.
– la 3° rappresenta “la morte del corvo”, ovvero la morte dell’intellettuale ucciso dal suo
stesso credo politico.
– la 4° raffigura i due protagonisti allontanarsi nel grigio di un futuro incerto.


BIO:
Teresa Santoro, nata a Roma il 20/11/1994. Ha frequentato il liceo linguistico Lombardo Radice a
Roma e nel 2017 si è laureata in Grafica d’arte, all’accademia di belle arti di Roma.

Ha partecipato:
– alla mostra “punti di vista” nel 2015 alla Temple University.
– alla mostra “Giovani donne artiste a confronto”,presso il teatro dei Dioscuri al Quirinale nel
2016
– alla sezione illustrazione-grafica Martelive nel dicembre 2016.
Marta Porro

PROSPETTIVE SOGGETTIVE

marta porro illustrazioni
SINOSSI:

Le tre illustrazioni compongono una delle mie prime serie di tavole. Esse rispecchiano una modalità che accomuna la maggior parte dei miei lavori e che ha come protagonista il mio punto di vista, spesso tradotto nei miei piedi in primo piano. Tre momenti diversi ma uniti dalla ricerca delle stesse sensazioni. Tre luoghi diversi, per me familiari. Immagini che rappresentano momenti, pieni di intensità. Un momento intenso porta con sé una memoria di luce, suoni e sensazioni. Il mio girovagare per la città, quartieri e periferie, accompagna il ritrovarsi in quei momenti intensi.

BIO:
Marta Leek, classe ’96, romana, dopo il liceo ha studiato restauro e ha lavorato in uno studio di decorazione di interni. Parallelamente disegna e dipinge, dopo aver seguito i corsi di disegno presso la Scuola comunale delle arti e mestieri Nicola Zabaglia dove ha conosciuto la sua Maestra. Ha esposto i propri lavori in diverse occasioni. Attualmente studia presso la Scuola di illustrazione Officine B5. Completa la sua formazione artistica studiando danza contemporanea e classica. Il bagaglio che si porta appresso è composto anche di tanta gente, di natura e di aiuti.
Juliana Calegari

LA PAGLIACCIATA

julina calegari pagliacciata

 

SINOSSI:
La pagliacciata è un termine utilizzato per esprimere una situazione che sembra un gioco, troppo assurda per essere vera, esattamente come un’azione tipica del pagliaccio. Utilizzata infatti in ambito circense, indica una caricatura di scena, ridicola o divertente. Esistono tipi diversi di pagliacci, dall’artista triste come Pierrot, a quelli che hanno scaturito risate alle persone di corte, come i giullari, ed anche ai molti personaggi che nei film svolgono il ruolo del cattivo, come il pagliaccio assassino “It”, o il personaggio di “Joker” in “Batman”. Pensare a questo tema, pieno di ambiguità, mi ha ispirato questa illustrazione. In generale nelle storie tramandate, i protagonisti del circo erano artisti e persone sognatrici che hanno preferito scappare dalla propria realtà alla ricerca della felicità attraverso l’arte. Ma vivere di arte, oppure della professione sognata, non significa necessariamente ottenere il giusto riconoscimento, né tantomeno il successo finanziario. Il designer, il musicista, il fotografo, così come molti altri professionisti, quando si ritrovano a vendere la loro arte, subiscono la critica da parte dei clienti riguardo al prezzo delle loro opere o performance, anche se hanno studiato tantissimo per imparare quella professione ed hanno investito molti soldi per arrivare a quel risultato. Le persone esterne vedono l’arte come se fosse un hobby, non come una professione. Così, allo stesso modo tantissimi giovani dopo la laurea che cercano lavoro, creativi, ispirati, si sentono demotivati e trattati da pagliacci. Anche quando non si tratta di lavori artistici. Ma quando le Risorse Umane cercano persone giovani con molta esperienza, sembra quasi una fantasia o una magia avere il profilo richiesto. Come è possibile avere esperienza se nessuno fornisce l’opportunità di mostrare il talento e la voglia di lavorare nel proprio campo. E così, vedo tanti colleghi abbandonare a volte il loro sogno, lavorando in altre aree perché non hanno l’opportunità o le esperienze lavorative necessarie nell’area a cui hanno dedicato anni di studio. O ancora altri che, accettando le condizioni che offre il mercato, non hanno il riconoscimento che meritano. Così, oggigiorno si vive su un grande nastro di corda, cercando di bilanciare il proprio lavoro e pagare gli studi. Un grande scherzo è vedere questa nostra generazione come in un grande circo, magico e sognato, ma che risulta essere un grande scherzo. Fortunati quelli che riescono a fare del proprio talento, un spettacolo!

BIO:
Juliana Calegari, 25 anni, è una designer italo-brasiliana con 5 anni di esperienza lavorativa. Laureata in Brasile, Juliana vive a Roma da due anni, e lavora come Web Designer partecipando anche frequentemente a progetti di design, illustrazione e web. Vincendo il primo premio nella NASA Space Apps Challenge 2017, è stata invitata a presentare il progetto con il suo team nell’Agenzia Spaziale Europea anche in hackathon ESA Space Camp. Infine, ha vinto la Special Mention all’Accenture Digital Hack 2017.

Ilaria Baldini
THOUGHTS

ilaria baldini
SINOSSI:
Tutte e 3 le opere appartengono al ciclo “Thoughts”; delle tre, “Corrispondenza d’amorosi sensi” (già esposta per Martelive 2016) è stata inizialmente realizzata con china su tela e in un secondo momento,digitalizzata e stampata su supporto rigido. Le altre due, invece, sono dipinte su tavole, con china e colori vinilici.
“Pensieri come occhi” e “Omnia mea mecum porto” sono il risultato della trasposizione figurata di paure ed ossessioni.

BIO:
laria Baldini, nata a Brescia, il 4/1/1986. Ormai Romana.
Attraverso gli anni compie studi classici ed artistici, approndando,infine alla computergrafica, in qualità di digital Nuke Compositor.
Eva Monaco

UMOR NERO 2018


eva monaco

SINOSSI:
Il progetto consiste in una serie di incisioni calcografiche realizzare tramite le tecniche dirette e indirette quali puntasecca, acquaforte e acquatinta. L’obiettivo era quello di liberarsi da uno stato coercitivo nel quale l’artista era costretta. Per arrivare all’osservatore fa leva sulla simbologia, filo che lega tutte le opere della serie. La mescolanza di figurazione e astrazione si basa sulla rappresentazione del tormento umano. Nelle opere presentate volti straziati e corpi deformi dominano la scena su sfondi scanditi da linee e da segni ritmici, a creare contrasti di luce e ombra suggestivi e emotivamente coinvolgenti.  

Compagnia: MO’.MI’.
BIO:
Il progetto consiste in una serie di incisioni calcografiche realizzare tramite le tecniche dirette e indirette quali puntasecca, acquaforte e acquatinta. L’obiettivo era quello di liberarsi da uno stato coercitivo nel quale l’artista era costretta. Per arrivare all’osservatore fa leva sulla simbologia, filo che lega tutte le opere della serie. La mescolanza di figurazione e astrazione si basa sulla rappresentazione del tormento umano. Nelle opere presentate volti straziati e corpi deformi dominano la scena su sfondi scanditi da linee e da segni ritmici, a creare contrasti di luce e ombra suggestivi e emotivamente coinvolgenti.  
Claudia Gambacorta

IL LONFO


claudia gambacorta
SINOSSI:
Il Lonfo è un componimento “metasemantico”, cioè le parole usate non esistono nella lingua italiana comune essendo inventate dall’autore. Si crea così sia un non-sense sia un’evocazione di significati e di immagini che suggeriscono qualcosa, ma in gran parte lasciano spazio alla fantasia del lettore.
Da allora ho scoperto un autore straordinario, Fosco Maraini, uno di quei geni del ‘900 di cui a scuola non ti parlano.
Negli ultimi anni è tornato abbastanza in “auge” questo componimento, grazie sia alla geniale interpretazione di Gigi Proietti, sia ai video tenerissimi su Youtube di bimbi intorno ai 4 anni che tentano di recitarlo.
Il Lonfo è uscito fuori dalla matita così come lo si vede, senza studi, già dal primo momento.
Il Lonfo non è un roditore, non è un uccello, il muso non si sa come sia fatto sotto il suo caschetto decorato. Il Lonfo è tanto indefinito quanto concreto. Maraini nei primi versi infatti ci dice solo quello che “non fa” : <<Il Lonfo non vaterca, ne gluisce e molto raramente barigatta>>.
Però dal componimento si capisce che questo essere “è pieno di lupigna”, quindi non sembra affatto un tipo tranquillo. Sembra però che solo quando “soffia il Bego”, quando sente un particolare vento, tenti di fare qualcosa in cui purtroppo non riesce, volare forse.


BIO:
Claudia Gambacorta ha studiato Storia dell’Arte all’Università Roma tre, poi si è diplomata alla Scuola Comics in Cartoon Animation.
Ha insegnato “fumetto per bambini” presso Formart.
Ha partecipato già ad un’edizione di Martelive nel 2016 portando la sua serie di “Tarocchi” illustrati ad acquerello nella sezione Pittura.
ANITA GENCA

ANITA GENCA

anita genca
BIO:
Nata a Benevento e cresciuta a Montecalvo Irpino (AV) in luoghi dove l’immaginazione si perde a contatto con la Natura e si alimenta delle leggende e dei miti tradizionali locali. Frequenta il liceo artistico, che le consente di acquisire un’elevata tecnica e di forgiare il suo talento.

Si trasferisce a Roma all’età di 17 anni, per gli studi all’Accademia Moda e Costume. Qui viene assorbita dalla nuova e artificiosa realtà, quasi travolta dallo splendore artistico che irrompe davanti a lei, e, in quella miriade di emozioni, riaffiorano con maggior intensità i colori, i sapori e le percezioni dell’infanzia. Continua la sua formazione col Corso di Illustrazione presso la scuola Comics e si abilita come tatuatrice.

Tela, muri della città e pelle diventano strumenti diversi per esprimere la sua arte, in bilico tra vissuto e racconto del presente e ricordi dell’infanzia in un confronto continuo col cinismo e la vanità di un universo artefatto. La condizione femminile viene espressa attraverso gli occhi innocenti di chi possiede un patrimonio raro ed autentico, capace di svelare che anche il bello comporta la sua contropartita.

Ogni personaggio è spiato nella sua fragilità, nel momento in cui, smessa la maschera, mostra la frustrazione per una vita che si rivela come un ingranaggio infinito, nel quale si potrebbe restare intrappolati.

Alice Del Castello

DISAFFECTED COSMOS


alice del castello

SINOSSI:
Questa serie di collages descrivono il mio mondo interiore unita ad una visione distorta e surreale
della realtà. Cerco di riproporre il mio stato d’animo nei confronti di quello che mi circonda, sempre
con un pizzico di ironia. E’ la mia prima serie di collages , e il filo conduttore è proprio il surreale.
Alice Bambini

LA CITTA’ DELL’INCONSCIO


alice bambini

SINOSSI:

La serie di disegni racchiude l’idea di visualizzare e trasportare su carta città che potrebbero rappresentare la nostra personalità, le nostre sensazioni ed emozioni, rendendo brutalmente concreto qualcosa di impalpabile ed invisibile agli occhi.

Ognuno di noi ha una diversa identità che porterebbe alla creazione di diverse ambientazioni che la caratterizzano e diversi punti di osservazione della città, da lontano, dall’alto, standoci dentro o sentendosi distaccati, tutto in base a come ci relazioniamo rispetto alla vita.

Il risultato del lavoro che presento sono ambientazioni “sospese”, silenziose.

BIO:
Alice Bambini, nata ad Orvieto il 9 aprile 1992.
Diplomata al liceo d’Arte di Orvieto nel 2011 e laureata in scienze dell’architettura
all’Università degli Studi di Roma Tre nel 2016. Attualmente frequenta il corso di studi di
laura magistrale in progettazione architettonica all’Università degli Studi di Roma Tre. I
suoi studi in ambito architettonico emergono inevitabilmente nei suoi lavori, che uniscono i
suoi due più grandi interessi e passioni.
Ha partecipato ad ottobre 2018 all’ ARE Festival come artista emergente.